Il fermo dell’ uomo è avvenuto dopo una indagine avviata in seguito a una misteriosa intrusione notturna, con un tentativo di incendio del garage dell’abitazione. Episodio cui erano seguite quotidianamente chiamate minatorie o chiamate mute, tanto da ingenerare nella vittima, ormai ottantenne, un grave stato di turbamento e di agitazione
Pavia, 28 aprile 2015 – Come nei migliori gialli, alla fine il colpevole è il maggiordomo, ma per scoprirlo i Carabinieri della Compagnia di Vigevano, sotto la direzione del Procuratore della Repubblica di Pavia Gustavo Cioppa e del Sostituto Procuratore Roberto Valli, che ha coordinato in prima persona le indagini, hanno dovuto ricorrere alle più avanzate tecniche investigative che normalmente si adottano per contrastare la criminalità organizzata.
La vicenda, infatti, che presentava tutti i caratteri tipici delle estorsioni attuate dalle più efferate organizzazione criminali, era cominciata già dalla metà del mese di marzo, quando nella villa di un noto imprenditore vigevanese nel settore delle pelli sintetiche e della calzatura c’era stata una misteriosa intrusione notturna, con un tentativo di incendio del garage. Nei giorni a seguire sono stati registrati altri due tentativi di accesso alla proprietà dell’uomo, che non sono andati a buon fine grazie alla pronta reazione del custode, che ha affermato di essere riuscito a mettere in fuga i malviventi. Tuttavia, da allora, si sono susseguite quotidianamente chiamate minatorie o chiamate mute, tanto da creare nella vittima, ormai ottantenne, un grave stato di turbamento e di agitazione che l’ha spinto a lasciare l’abitazione per oltre venti giorni, ritirandosi nella casa al mare. Rientrato il 21 aprile, all’uomo è stata subito recapitata una busta anonima con la quale veniva richiesto il versamento della somma di centomila euro, pena ulteriori ritorsioni, entro la mezzanotte del 25 aprile. A questo punto, la vittima si è rivolta ai Carabinieri della Compagnia di Vigevano che hanno informato la Procura della Repubblica di Pavia e sotto la direzione di questa hanno attivato a tempo di record l’attività investigativa per identificare gli autori del reato.
In particolare, il luogo indicato per la consegna del denaro è stato riempito di microtelecamere in modo da riprendere chi avrebbe recuperato il denaro provento dell’estorsione. La sera del 25 aprile, dunque, i militari del Nucleo Operativo, nel dubbio di potersi trovare davanti ad esponenti di una pericolosa organizzazione criminale, hanno preso parte in tanti circondando silenziosamente il luogo indicato per il ritiro delle banconote. Al ritiro del sacchetto con i soldi, però, si è presentato un uomo da solo. I Carabinieri lo hanno subito riconosciuto: era il custode stesso della villa dell’imprenditore minacciato. Per verificare l’esistenza di altri complici, l’uomo è stato pedinato fino alla sua abitazione dove, poco dopo, è scattata l’irruzione. S.V., settantenne di Palmi (RC), è stato sorpreso già addormentato, non prima però di aver contato le banconote frutto dell’estorsione, rimosse dalle mazzette in cui erano state confezionate, che facevano bella mostra di loro sul comodino del custode.
L’uomo è stato arrestato per estorsione aggravata, anche in considerazione della età della vittima, e trasferito presso il carcere di Pavia in attesa del giudizio di convalida. Le indagini proseguono per verificare se effettivamente l’uomo abbia architettato tutto da solo o se abbia dei complici e soprattutto per accertare per quale motivo abbia tradito la fiducia del suo datore di lavoro con cui stava ormai da oltre 5 anni.
Fonte: https://www.ilgiorno.it/pavia/cronaca/estorsione-imprenditore-custode-villa-1.897430