La riflessione del Dott. Gustavo Cioppa, già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia
L’isolamento cui ci costringe il contagio universale è un quid d’inedito, di straniante, di sconcertante.
L’impatto sulla nostra vita è già evidente.
Un esempio può essere dato dal 60% di divorzi in più rispetto al periodo di riferimento: una enormità! Le famiglie, rinchiuse fra quattro mura, si sgretolano. Il dialogo fra congiunti, fra estranei, fra membri del corpo sociale si affievolisce, si fa incomprensibile, si spegne alfine.
I guasti sociali sono devastanti. Eppure, poco o punto si riflette in proposito. E sì che dobbiamo e, ancor più, dovremo misurarci con codesto enorme problema.
Un giorno, purtroppo non vicino, il contagio finirà e ci toccherà fare i conti con le devastazioni che avremo di fronte: e non a parole, il cui tempo sarà ampiamente terminato, ma con i fatti: “hic Rodhus, hic salta!”
Lo stesso sistema ospedaliero resterà assai impegnato, questa volta dalla morbilità psichiatrica che avrà colpito molti guariti dal Covid.
È tempo, allora, di riflettere e ciascuno deve farlo in colloqui con se stesso.
Non è vero che l’individualismo sia morto e che la storia l’abbia ucciso. Ciascuno deve distillare dal proprio intelletto fiducia, forza, “suitas” nel senso di amor proprio ed orgoglio. La sintonia nell’individuo e nella società, “intus et in cute”, è la strada per recuperare i valori primigeni e l’atmosfera pre-Covid. Non facciamoci illusioni: la strada è questa, una strada di solidarietà assoluta, che ponga al bando gli egoismi e gli interessi di parte.
Dobbiamo già pensarlo e cominciare ad attuarlo. La strada, giova ripeterlo, è lunga ed occorre seguire la direzione giusta, pur se appaia in salita.
Il senso di marcia opposto può apparire meno faticoso, ma è quello che, pernicioso ed esiziale, porta alle illusioni perdute.
Dott. Gustavo Cioppa
(Magistrato, già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia)