Di Dott. Gustavo Cioppa, Magistrato, già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia
Si è voluto dare un titolo non casuale, rivolgendo un pensiero particolare a una figura dalla grande statura morale, il Pontefice Papa Francesco, le cui condizioni di salute preoccupano tutto il mondo, il mondo dei credenti, ma anche dei non credenti. Si è voluto fare questa precisazione per porre in evidenza come il senso di giustizia, l’amore per il bene della collettività, ma anche del prossimo e delle persone che incontriamo tutti i giorni costituisca una dimensione della vita etica e dell’etica pubblica che trascende da valutazioni di adesione o meno a una determinata religione. Il nome scelto dal Papa, Francesco appunto, parimenti non è stato casuale e tale scelta semantica bene esprime gli ideali di solidarietà umana, umiltà e ascolto del prossimo, che caratterizzano la persona di Papa Bergoglio. In uno scenario come quello di questi recenti anni, ove il mondo sembra aver perso la “trebisonda”, ove sembra aver perso cioè quella bussola di buon senso e di ragione fondamentale per orientare le scelte politiche ed economiche degli Stati.
Papa Francesco rappresenta una grande energia positiva capace di contrapporsi alle forze dell’oscurità che vogliono calare il loro dominio sul pianeta -il riferimento è alla guerra in Ucraina, ma anche ai numerosi conflitti armati in Siria, Palestina, Yemen, negli Stati africani, per non parlare della condizione di sostanziale schiavitù che si trovano a vivere le donne nel restaurato regime talebano in Afghanistan-. A tali inaccettabili e gravissime violenze e ingiustizie che feriscono il mondo, le sole energie capaci di contrapporsi sembrano essere rappresentate proprio dalla Fede e dalla Giustizia, nonché dall’inno alla Pace bene incarnate da Papa Bergoglio. Non è un caso l’accostamento delle nozioni di Fede e Giustizia, in contrapposizione a “violenza” e “ingiustizia”. E infatti, la dialettica parlata da coloro che vivono ispirando la propria vita (rectius esistenza) a fede e giustizia, è la medesima, proprio come bene è stato scritto dagli studiosi di importanti autori latini, Seneca e Terenzio su tutti, in relazione ai quali si è parlato di “umanesimo laico”, siccome efficacemente comprovabile dall’alto senso di umanità e di cristianità presente in una celebre affermazione terenziana: “sono un essere umano e non posso non preoccuparmi di tutto ciò che è umano”. Ma non è tutto. Anche i pensatori e i filosofi che apertamente si sono dichiarati atei, su tutti Leopardi e Nietzsche, possedevano, a loro modo, un senso di aspirazione verso la giustizia tipicamente cristiano. Proprio ciò accomuna l’ateismo e il cristianesimo, al di là delle differenze: la lotta contro l’ingiustizia. Così, il messaggio del pontificato di Papa Francesco, un messaggio di solidarietà e umanità, bene esprime questo senso di aspirazione alla giustizia che trascende le differenze di credo. Solo questa energia positiva può allora far riflettere gli esseri umani e soprattutto i Governanti sull’esigenza di accantonare le pulsioni egoistiche, per unire anziché dividere e produrre certamente effetti più positivi per tutti. Non è un caso se, nelle sue omelie, talvolta il Papa non esiti a instaurare un significato e stimolante confronto con chi, nel corso della storia, l’ha pensata diversamente. Eppure…vi è una legge naturale e, unitamente, una legge divina, scritta nel cuore di tutti gli esseri umani, che tutti siamo chiamati e tenuti ad evocare e la quale, in primo luogo in forma di coscienza, è giudice a noi stessi, al pari di Dio sommo Giudice (S.Tommaso D’Aquino,Suarez).
tratto da: “Papa Francesco: un monito costante per la Pace, contro la guerra e l’ingiustizia” – Il Ticino