Come da promessa presidenziale ieri è stato varato il Maroni Ter. L’ultima versione della giunta regionale ha regalato fino all’ultimo secondo sorprese e colpi di scena. Una vera e propria battaglia psicologica che ad un certo punto ha rischiato di far saltare il rimpasto. Poi, come già accaduto in passato, è stato il presidente e decidere sulle ultime questioni e a chiudere la partita. Un «prendere o lasciare» che, al di là delle dichiarazioni di facciata, sembra relegare Forza Italia (in difficoltà dopo l’arresto di Mario Mantovani e le polemiche che ne sono conseguite) ad un ruolo, per ora, più defilato. Anche se è lo stesso Maroni, dopo aver ammesso alcune difficoltà («Non è stato facile, ci sono state molte fibrillazioni») a smentire questa visione: «Nessuno esce ridimensionato. Un partito non valuta il proprio ruolo politico sulla base della quantità delle cose che ha, ma sulla qualità. Comunque questo assetto di giunta arriverà a fine mandato».
E allora vediamolo questo assetto. Fabrizio Sala è il nuovo vicepresidente e mantiene le deleghe che aveva tranne quella all’Expo che si esaurisce tra una settimana esatta. In giunta, come da anticipazioni, entra anche Giulio Gallera che però non avrà le deleghe all’housing sociale, ma quella tutta nuova dedicata al Reddito di Autonomia e Inclusione Sociale («è una cosa straordinariamente importante – ha spiegato Maroni -. Non credo che ci sia una delega più importante di questa per uno che si vuole occupare di sociale, degli altri e del proprio territorio»). Le vere sorprese, però, sono la nomina della consigliera leghista Francesca Brianza (avvocato e varesina doc) all’assessorato dedicato al post Expo («Con l’ingresso del governo nella governance di Arexpo volevo una persona che si occupasse solo di questo») e del magistrato della Cassazione e Procuratore a Pavia Gustavo Cioppa col ruolo di sottosegretario alla presidenza. Cioppa aiuterà Maroni soprattutto in tema di attuazione della riforma sanitaria e di trasparenza. Quest’ultima nomina è stata al centro di un duro braccio di ferro. Forza Italia, infatti, avrebbe preferito assegnare quel posto a Fabio Altitonate, ma il veto presidenziale ha fatto saltare l’operazione. Il giovane azzurro, così, dovrà consolarsi con la nomina a coordinatore cittadino del partito. Confermato, invece, il rimpasto di deleghe tra i due assessori del Nuovo Centrodestra, con Melazzini che lascia le Attività produttive (ma guadagna più poteri in tema di ricerca e Università) a Mauro Parolini che diventa «assessore allo Sviluppo economico». Infine, come era stabilito da tempo, Maroni terrà le deleghe a Sanità e Welfare. Resta da capire per quanto, nel senso che per Forza Italia, almeno ufficialmente, «l’interim dovrà essere il più breve possibile» (qualcuno parla indicativamente di gennaio). Una versione però che non collima troppo con i desiderata di Maroni che spiega: «terrò l’interim fino a quando servirà. Magari anche fino al 2018…».
Chiusa la partita della giunta è partita la girandola di dichiarazioni. «Siamo soddisfatti per la rapidità con cui si è arrivati a definire la compagine di governo della Lombardia – ha scritto in una nota la coordinatrice regionale di Fi Mariastella Gelmini -. Esprimiamo soddisfazione per la nostra rappresentanza in Giunta e prendiamo atto delle scelte del Governatore Maroni per quanto riguarda la gestione politica e amministrativa di un settore complesso come la Sanità». Soddisfatti anche il neo vicepresidente Fabrizio Sala («ringrazio Maroni e Berlusconi per la fiducia e rinnovo l’impegno per il lavoro in una giunta che ancora una volta ha dimostrato di saper guardare al futuro») e il neo assessore Giulio Gallera («sono deleghe davvero molto importanti perché possono incidere profondamente nella qualità della vita dei lombardi, soprattutto di quelli che si trovano in difficoltà»).
Meno accondiscendenti le opposizioni (che pure con l’improvvida mozione di sfiducia hanno contribuito a ricompattare la maggioranza proprio alla vigilia della discussione sul rimpasto). Per segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri: «Maroni si è occupato della fuffa scegliendo di non assegnare le vere deleghe pesanti». Il neo portavoce dei 5 Stelle al Pirellone, Stefano Buffagni, invece, paragona la giunta «alla Salerno-Reggio Calabria che non è mai completa, è sempre bloccata ed è costantemente oggetto delle attenzioni della Magistratura».
Chiusa la partita della giunta si aprirà a giorni quella della revisione delle presidenze delle commissioni. Già si parla dell’ex assessore Alberto Cavalli (Ncd) prendere il posto del dimissionario Stefano Carugo (le sue dimissioni verranno votate martedì in consiglio) alla presidenza della Commissione Affari Istituzionali, mentre Malvezzi dovrebbe sostituire all’ottava (Agricoltura e Territorio) proprio Cavalli.
Fonte: https://www.liberoquotidiano.it/news/milano/11841539/Maroni-mette-all-angolo-Forza-Italia.html