Sono ancora tutte aperte le ipotesi sulla strage avvenuta la scorsa notte a Motta Visconti (Milano), dove un uomo rincasando dopo la partita, ha trovato la moglie e i due figli uccisi. I carabinieri della compagnia di Abbiategrasso e del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano stanno sentendo il capofamiglia, i vicini e i parenti.
Al momento però non si sbilanciano su alcuna ipotesi anche se la sensazione che si avverte dopo i primi rilievi scientifici è che la possibilità di una rapina finita nel sangue sia presa un po’ meno in considerazione rispetto a una tragedia familiare, come ad esempio un omicidio-suicidio. L’efferatezza dell’esecuzione, infatti, e il fatto che sia stato ucciso anche il bambino più piccolo, incapace di testimoniare alcunché, lascia pensare che l’obiettivo di chi ha agito sia stato il nucleo familiare e che la tragedia non sia la reazione degenerata di una rapina finita male.
Nel corso del sopralluogo di investigatori e inquirenti nella villetta di via Ungaretti a Motta Visconti (Milano) non è stata trovata l’arma del delitto. Lo ha spiegato il procuratore capo di Pavia, Gustavo Cioppa, precisando che al momento non ci sono elementi per ipotizzare un omicidio-suicidio.
La cassaforte è stata aperta
Dal breve incontro con il procuratore capo di Pavia all’esterno della caserma di Motta Visconti (Milano), sono emersi anche alcuni particolari sulla dinamica della strage. Una cassaforte che si trovava nella villa è stata trovata aperta e svuotata dei contanti in essa contenuti definiti “cifra di poco conto”. Ma né sul forziere né sulla porta di ingresso sono state rilevate effrazioni macroscopiche.
Il particolare della cassaforte aperta, non è detto che da solo configuri una rapina, perché non si può escludere al momento che si sia trattato di una messa in scena.
La dinamica del delitto è ancora in fase di accertamenti, ma intanto è stato confermato che l’arma del delitto non è ancora stata trovata, che la bimba di 5 anni è stata trovata nella sua stanza, il bambino nel letto matrimoniale, mentre il corpo della madre era riverso in soggiorno.
Il procuratore Cioppa non ha escluso nelle prossime ore possibili svolte nelle indagini sulla tragedia. Il magistrato ha detto che «le indagini procedono a ritmi serrati» facendo intendere che nelle prossime ore potrebbero emergere delle piste concrete.
Dopo i primi rilievi effettuati dalla sezione scientifica dei carabinieri di Milano si attende l’arrivo del Ris di Parma che effettuerà ulteriori analisi sul luogo del delitto.
Il marito ha lasciato la caserma dei carabinieri
Intanto, il marito della donna, Carlo Lissi, ha lasciato la caserma dei carabinieri di Abbiategrasso. Il professionista di 31 anni era stato lungamente sentito nel corso della notte.
L’uomo è stato sentito prima dai carabinieri e poi dal magistrato di turno che coordina le indagini ma nei suoi confronti non sono stati presi provvedimenti e in mattinata l’uomo ha lasciato la caserma. Il particolare conferma alcune indiscrezioni in ambienti investigativi secondo le quali l’ipotesi della rapina o dell’ omicidio in famiglia è ritenuta meno plausibile, al momento, rispetto a quella di un omicidio-suicidio.
15 giugno 2014