Il suk degli ambulanti abusivi che unisce Brera e viale Monza

Un milanese su tre acquista merce falsa. Dal centro alla periferia, nelle fermate del metrò come nei mercati: ecco il network dei prodotti contraffatti. Confcommercio torna a denunciare il fenomeno: «Peso intollerabile, vita delle imprese a rischio»

Ci sono gli abusivi che soprattutto nelle giornate di pioggia ti aspettano all’ingresso delle fermate della metropolitana con una manciata di prodotti. Altri invece mettono in mostra tutta la loro mercanzia sui marciapiedi, su lenzuola o bancarelle più o meno stabili da far sparire alla prima avvisaglia di controlli. Ma i prodotti contraffatti si vendono anche, in alcuni casi, come documentano recenti indagini, nei negozi. Incrociare i falsi a Milano è facile. In centro e in periferia, sugli scaffali o nei mercati. Le segnalazioni di cittadini e imprenditori sono svariate: nella stazione di Cadorna come alla fermata Uruguay, nelle vie di Brera come sui marciapiedi di viale Monza, a Chinatown come nei mercati di via Kramer e di viale Papiniano. I prodotti falsificati non copiano però solo i marchi, ma imitano anche le strategie. Per il mondo del commercio la nuova strada è il web? Lo stesso vale per il mercato illegale: la contraffazione conquista spazi nel mondo virtuale.

Anche in questo campo è la legge del mercato a dominare: c’è un’offerta tanto massiccia e capillare perché esiste una domanda. E non di poco conto. Almeno se si guarda ai dati nazionali (il valore totale in Italia è stimato in 6,9 miliardi di euro all’anno e solo in Lombardia l’anno scorso sono stati sequestrati oltre 7 milioni di pezzi) e ai risultati del sondaggio «Vero o falso?», promosso da Confcommercio e presentato ieri in occasione della giornata di mobilitazione di categoria «Legalità, mi piace!». Nell’area metropolitana di Milano una persona su tre (il 37 per cento) ammette di aver acquistato almeno una volta una copia. E un milanese su quattro (il 23 per cento) confessa candidamente di averla comprata volontariamente. Le preferenze sono sempre le stesse: accessori moda, abbigliamento, libri, dvd, orologi, tecnologia, occhiali e gioielleria. I motivi? Domina, ovviamente, la convenienza, perché il fattore economico in tempi di crisi pesa, soprattutto sul portafogli. Anche i luoghi dove trovare prodotti contraffatti sono sempre quelli (dagli abusivi di strada e nei mercati alla spiaggia). La novità è rappresentata da Internet, indicato dall’11 per cento del campione formato da 710 persone tra semplici cittadini e imprenditori.

Sorprende invece che il 13 per cento degli intervistati sia disinteressato riguardo alla qualità del prodotto, a cui si aggiunge un sei per cento che pensa che tra «vero» e «falso» non ci sia poi questa gran differenza, e ancora uno 0,1 per cento che addirittura giudica migliore la copia rispetto all’originale. E se sui danni provocati dalla merce contraffatta c’è consapevolezza — le persone concordano sul fatto che alimenti la criminalità, che possa provocare danni alla salute e che di certo penalizza l’economia sana — sul fronte delle contromisure le posizioni sono meno nette. Tutti favorevoli (l’89 per cento) a perseguire i produttori e venditori. Ci si spacca a metà invece sulle responsabilità dell’acquirente, che solo una maggioranza risicata (il 57 per cento) sanzionerebbe.

«Contraffazione e abusivismo sono pesi supplementari — spiega Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio — che penalizzano la vita delle imprese. In tempi di difficoltà economiche questi pesi diventano intollerabili. Il pericolo è che queste attività illegali vengano considerate a lungo andare un mercato parallelo conveniente e accettabile. Sappiamo invece che rappresentano una minaccia per la salute dei consumatori, danneggiano l’economia sana e sono la terza fonte di finanziamento della criminalità organizzata». Commenta Gustavo Cioppa, sottosegretario di Regione Lombardia: «Alimentare i mercati irregolari è una scelta irresponsabile per i singoli e per la collettività. Sono fenomeni che devono essere combattuti con forza dalle istituzioni, dalla categoria e dagli stessi consumatori».

Pierpaolo Lio

23 novembre 2016 | 07:37

Fonte: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_novembre_23/suk-ambulanti-abusivi-che-unisce-brera-viale-monza-contraffazione-falsi-c2f80cdc-b144-11e6-aca9-06f7502f8eb7.shtml