Davanti al giudice Annamaria Oddone Lissi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per il padre omicida chiesta l’aggravante della premeditazione
Si è avvalso della facoltà di non rispondere, Carlo Lissi, l’uomo accusato di avere ucciso la moglie e i due figli nella villa di famiglia a Motta Visconti, nel Milanese. Il 31enne, mercoledì mattina , non ha risposto alle domande del gip Annamaria Oddone, durante l’interrogatorio di garanzia. Davanti al pm pavese Giovanni Benelli e al procuratore capo Gustavo Cioppa, Lissi aveva ammesso: «Ci pensavo da una settimana. Ormai non avevo scelta».Il padre omicida di Motta Visconti, dunque, avrebbe passato sette giorni pianificando la strage della villetta di via Ungaretti. Ore trascorse a pensare a quel delitto, all’idea di uccidere la moglie Maria Cristina Omes, 38 anni, sette più di lui, e i figli Giulia di quasi cinque anni e il piccolo Gabriele di soli venti mesi. Per questo i magistrati, oltre alla richiesta di convalida del fermo, hanno contestato anche l’aggravante della premeditazione. Un elemento «importante» per la ricostruzione del triplice delitto, avvenuto nella tarda serata di sabato scorso, poco prima della partita tra la Nazionale e l’Inghilterra.
La costruzione dell’alibi
I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano hanno raccolto anche altri elementi che confermano, appunto, la premeditazione. Anzitutto il fatto che Lissi abbia insistito con un amico per vedere la partita dell’Italia in un bar del paese. Una circostanza anomala secondo lo stesso amico, visto che il 31enne impiegato informatico non lo aveva mai fatto prima. Quando l’amico è costretto a disdire l’appuntamento perché si sente poco bene, Lissi contatta Carlo Caserio, che vive poco lontano, e si «auto invita» via sms a casa sua dove vedrà effettivamente l’esordio della Nazionale ai Mondiali brasiliani insieme a una quindicina di persone. Per gli investigatori, Lissi non aveva altra possibilità di uscire di casa a quell’ora tarda – il match si è giocato a mezzanotte – e di approfittare della partita per costruirsi un alibi da un lato e inscenare la storia della finta rapina dall’altro.shadow carousel
Le autopsie per capire se aveva sedato i figli
Oggi all’Istituto di medicina legale di Pavia saranno eseguite le autopsie sui corpi delle tre vittime. Oltre al medico legale Marco Ballardini, ci saranno anche un genetista e un tossicologo e consulenti nominati dal legale di Lissi, Corrado Limentani. Gli inquirenti vogliono scoprire se Lissi abbia sedato i figli prima di metterli a dormire. Nelle sue confessioni il papà di Giulia e Gabriele ha detto che dopo aver affondato la lama alla gola dei figli loro non hanno avuto alcuna reazione.
Nella richiesta di convalida del fermo i magistrati non hanno però inserito riferimenti al movente passionale. A quella collega di lavoro di cui Lissi s’era invaghito. La donna è stata risentita dagli inquirenti, ma non sarebbe emerso nient’altro. Lissi è in isolamento nel carcere di Torre del Gallo a Pavia. È sorvegliato a vista, dal giorno dell’omicidio non ha versato una lacrima.
Cesare Giuzzi e Redazione Milano Online
18 giugno 2014 | 13:10