La consigliera comunale del Pd investita a Pavia il 12 novembre è tornata al lavoro. È costretta a usare il deambulatore per muoversi. «La strada è ancora lunga»
Bisogna dosare le forze. Ed è una lotta quotidiana con la testa che corre al lavoro, al ritorno alla guida della commissione Servizi sociali e la voglia di partecipare alla seduta del Consiglio comunale di giovedì prossimo. Ma le gambe sono segnate da quasi 250 giorni d’ospedale, e serve un deambulatore per sorreggere lo sforzo dei muscoli, e poi la voce è ancora incerta dopo le operazioni al viso e alla mandibola. Ma Elena è lì, con un golfino rosa e i capelli biondi soltanto un po’ più corti. Pronta a riprendersi questi dieci mesi di vita: «Voglio tornare a occuparmi della città – racconta -, ringrazio tutti della vicinanza è stato fondamentale, ma ora voglio riprendere la mia vita, anche se la strada è poco facile e lunga». È un mezzo miracolo, anche se la testa e lo spirito vorrebbero essere già a cento all’ora. Ma no Elena, bisogna dosare le forze. Lo ripetono gli amici che da quel 12 novembre di un anno fa non hanno mai smesso di starle vicino, al Niguarda di Milano, al San Matteo e al Mondino durante la riabilitazione. Sono 309 giorni dalle sette di sera di quel mercoledì quando Elena Maria Madama, 27 anni, praticante legale e consigliere comunale del Partito democratico di Pavia, viene travolta da un’auto rubata e trascinata per 700 metri sui masselli di Strada Nuova, il cardo della Ticinum romana.
Il lungo applauso
Alla guida della Opel Insigna bianca rubata nel Milanese c’è un ragazzo moldavo quasi coetaneo di Elena, Radion Suvac. È sospettato di far parte di una banda che ricetta navigatori satellitari. Viene catturato dopo sei mesi di caccia in giro per l’Europa, grazie alle indagini coordinate dal procuratore capo di Pavia, Gustavo Cioppa, e del sostituto Mario Andrigo. Manca un complice e l’inchiesta continua per mettere in fila tutti i tasselli in attesa della richiesta di rinvio a giudizio. Giovedì Elena è tornata a Palazzo Mezzabarba. Nella sala Grignani ha presieduto per la prima volta dopo l’incidente la commissione Servizi sociali. Ad accoglierla un lungo applauso, dopo un calvario durato dieci mesi. «Devo ringraziare i miei genitori, Enrico il mio fidanzato, e i miei familiari e amici che non mi hanno mai lasciato sola. E anche i colleghi consiglieri di maggioranza e minoranza che mi hanno sempre aggiornato e coinvolto».
Nella solita pasticceria
Elena Madama è stata il consigliere con il maggior numero di preferenze alle scorse comunali: 481. Sabato scorso ha incontrato l’amico e assessore alla Cultura di Pavia Giacomo Galazzo: «Vuole tornare subito in Consiglio, ma non c’è fretta, deve pensare soprattutto alla sua ripresa, noi siamo qui e l’aspetteremo come sempre». Prima dell’incidente lavorava come praticante in uno studio legale pavese, stava organizzando le nozze con il fidanzato Enrico. S’è svegliata dal coma a dicembre, ha subito diversi interventi: «Devo essere grata alle straordinarie capacità e alla passione di coloro che si sono occupati di me nelle strutture dove sono stata ricoverata». Oggi ha ripreso a frequentare la storica pasticceria Vigoni con le amiche, grazie a Facebook segue e commenta la vita politica pavese, ma anche lo straordinario avvio di campionato della sua Inter: «Ora voglio tornare a parlare del futuro della mia città e non del passato».
Cesare Giuzzi
19 settembre 2015 | 09:17