Secondo la polizia, Elena Madama aveva visto il moldavo 27enne prendere un satellitare da una macchina. E’ caccia al complice. La ragazza trascinata sull’asfalto con l’auto per 500 metri, a distanza di sei mesi è ancora ricoverata
L’avranno detto senz’altro anche ad Elena, andandola a trovare come ogni giorno all’Istituto Mondino dove è ricoverata da Natale per il lungo e delicato percorso di riabilitazione. Lino Madama e Idangela Vittadini, i suoi genitori, le avranno spiegato che la polizia, dopo sei mesi di indagini, ha arrestato l’uomo che il 12 novembre scorso era alla guida della Opel Insignia bianca che la travolse in Strada Nuova, nel centro storico di Pavia, trascinando il suo corpo per oltre 500 metri.
Da quel giorno Elena Madama, 26 anni, consigliera comunale e aspirante avvocato, vive in un letto di ospedale nella speranza di poter tornare a un’esistenza il più possibile normale. Ma ora avrà una ragione in più per farcela, con il conforto di una giustizia che finalmente si è compiuta. Il sorriso dei suoi due genitori è stato il commento più significativo alla notizia del fermo di Radion Suvac, 27enne moldavo, bloccato in un parco di Piacenza.
Pavia, investì consigliera comunale: la fuga in auto del pirata della strada
Condividi “Abbiamo sempre avuto grande fiducia nel lavoro degli inquirenti”, ha sottolineato papà Lino. “Sin dall’inizio ci hanno detto che ci voleva tempo, ma ce l’avrebbero fatta. Così è stato”. E mamma Idangela ha aggiunto: “Vogliamo dire grazie a tutta Pavia. Chi sostiene che i pavesi sono persone fredde, evidentemente non li conosce. Abbiamo ricevuto tantissimi attestati di solidarietà anche dal resto d’Italia. Ringraziamo di cuore anche i medici del Mondino e quelli dell’ospedale Niguarda di Milano, dove Elena è stata ricoverata nelle prime settimane dopo l’investimento. Il suo recupero è lento, ma costante: l’importante è che le sue funzioni neurologiche siano rimaste intatte”.
Per il procuratore Gustavo Cioppa, che ha coordinato le indagini condotte dalla squadra mobile di Pavia in stretta collaborazione con lo Sco (Servizio centrale operativo) della polizia di Stato, “è la fine di un incubo, per la famiglia di Elena e per tutta la città. Elena ormai è una ragazza che fa parte della vita di ognuno di noi”.
Suvac, il 27enne moldavo fermato a Piacenza, è indagato per tentato omicidio, rapina impropria e ricettazione. Insieme a lui, sull’auto che ha investito Elena c’era un ragazzo russo di 18 anni, che è stato identificato ed è ricercato. Secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti (che hanno analizzato più di 500mila dati di traffico telefonico e numerose immagini delle telecamere posizionate in città), la sera del 12 novembre Elena uscì dall’ufficio dove era praticante legale e percorse a piedi alcuni metri in Strada Nuova sino all’incrocio con Piazza Guicciardi. Qui la giovane consigliera comunale notò la Opel Insignia bianca (rubata nel milanese) con due persone a bordo che avevano appena sottratto un navigatore satellitare da un’altra vettura.
Gli accertamenti condotti dagli investigatori hanno permesso di stabilire che alla guida della Opel Insigna c’era Suvac e accanto a lui il ragazzo russo di 18 anni. Per la polizia, Suvac investì deliberatamente Elena Madama, prima in retromarcia e poi travolgendola e trascinando il suo corpo per oltre 500 metri durante la fuga. Arrivati quasi all’altezza del Ponte Coperto, i due scesero dall’auto (dalla quale si era sganciato il corpo di Elena) e fuggirono a piedi, raggiungendo la stazione ferroviaria per salire sul primo treno.
In questi mesi Suvac è stato in Moldavia, Russia, Francia e in altri Paesi europei: un movimento continuo non per fuggire agli inquirenti, ma legato al suo coinvolgimento nel traffico internazionale di navigatori satellitari e altri accessori di auto rubati (sull’auto che ha investito Elena Madama ne sono stati trovati una dozzina). Una volta rientrato in Italia, ha raggiunto Piacenza dove è stato identificato e arrestato dalla polizia.
06 maggio 2015