La riflessione del Dott. Gustavo Cioppa, già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia
Homines inter se loquentes, “Homo faber fortunae suae”.
Ripensando ad un passo delle Sententiae di Appio Claudio Cieco, mi è occorso di riflettere su una delle questioni ricorrenti della quotidianità contemporanea: il dualismo fra la realtà concreta e quella virtuale. E’ fuor di dubbio che, negli ultimi anni, gli strumenti informatici abbiano canalizzato una enorme moltitudine di interlocuzioni d’ogni genere: dibattiti, scambi di opinioni, contrapposizioni, polemiche. E’ evidente che il mezzo digitale ha fatto da moltiplicatore ed amplificatore.
E, d’altronde, comunicare per via postale o anche telefonica non regge minimamente il confronto con lo strumento telematico, che ha aperto, per così dire, vere e proprie praterie alla comunicazione globale. Il rovescio della medaglia è costituito da ciò che si presenta, ontologicamente, come “l’apparente“, ossia uno scenario che mostra l’utente non per quello che realmente è, ma per come si descrive e per come il soggetto desidera percepire l’interlocutore.
Nè va taciuto che sovente i messaggi a destinatari plurimi, proprio in quanto tali, producono una sorta di effettiva spersonalizzazione. Per quanto paradossale possa sembrare, a fronte di una sensazione di apparente socializzazione, può in concreto verificarsi un senso di solitudine, scaturente da una comunicazione fraintesa ovvero fraintendibile, in ultima analisi, fallace. In buona sostanza, incombe il pericolo di una immagine deformata della personalità, che passa attraverso messaggi effimeri, incapaci di comunicare una gioia, un dolore, più in generale, un’emozione.
In contrapposizione, l’incontro “reale” è un “quid” ineliminabile per la comunicazione e la percezione di un sentimento, di un’emozione, di un convincimento profondamente autentici, i quali derivano sempre da un confronto personalizzato, connotato da informazioni che richiedono la “praesentia” per dispiegare tutto il loro significato.
Ciò posto, è innegabile che lo sviluppo dei sistemi digitali ha portato, in pochi anni, benefici incommensurabili ed ha veramente semplificato la vita in molteplici settori, annullando totalmente le distanze a livello mondiale. E, per evocare un fenomeno globale tuttora in corso, ossia la pandemia virale, è straordinario l’ausilio apportato dal digitale nel funzionamento delle scuole, delle Università, di tutte le attività, che non impongono la presenza.
I social network e il fenomeno degli ‘influencer’
Qualche utile riflessione si può svolgere con riferimento ai social network, che permettono di interloquire con un ingente numero di soggetti e magari di “ritrovare” vecchi amici, allontanati dallo scorrere degli anni. Un beneficio, di proporzioni che si vorrebbe definire epiche, è rappresentato dalla possibilità di “navigare” sulle varie piattaforme di Internet. E qui il discorso va adeguatamente articolato. Ci troviamo di fronte ad uno strumento che “facit de nigro album“, giacché mette a disposizione di chiunque un preziosissimo contenuto di conoscenze, che permettono di migliorare la vita e di crescere culturalmente.
In siffatto contesto, peraltro, merita attenzione il fenomeno dei cosiddetti “influencer“. Si tratta di soggetti, o gruppi di soggetti, che, attraverso i “social network” comunicano con un numero indefinito di utenti, elargendo consigli sullo stile di vita, su banali comportamenti quotidiani atti a diventare, poi, più o meno, insensati esempi da seguire. Ebbene, non è disagevole notare come si corra il rischio di rinunciare a pensare e riflettere con la propria mente e di sviluppare dipendenza da un sistema che porta ad accettare passivamente e acriticamente determinati suggerimenti, quando non vere e proprie scelte di modus vivendi, “consigliate” da soggetti sconosciuti: scelte che possono essere il frutto di interessi economici, finanziari e quant’altro, con buona pace del libero arbitrio.
Corsi scolastici per un uso consapevole del web
Senza ombra di dubbio, allora, non bisogna sottovalutare il fenomeno ed occorre porvi concreta attenzione, in particolare concentrando l’attenzione a tutela dei più giovani – utilizzatori continui e facilmente suggestionabili – e dei soggetti più deboli. E’ auspicabile che la società e soprattutto la scuola spronino a un utilizzo virtuoso dello strumento telematico. E non sarebbe fuor d’opera pensare ad una vera e propria materia di insegnamento, che facesse apprendere l’uso materialmente corretto del computer, ma anche i pericoli che si annidano in esso.
L’uomo che non possa o non sappia governare le macchine evoca scenari orwelliani assai inquietanti: l’umanità deve procedere nella sua evoluzione arricchita dall’apporto e dal sagace uso di esse.
Dott. Gustavo Cioppa,
Magistrato già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia
Fonte: https://www.ilvaloreitaliano.it/il-dualismo-tra-realta-concreta-e-virtuale/