La riflessione del Dott. Gustavo Cioppa, Magistrato, già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia
La Fiducia (nella mitologia era una dea più vecchia di Zeus) è un sentimento dal quale nessuno può prescindere. Anche tutti quelli che di fiducia non ne hanno più nei confronti dell’altro da sé, delle istituzioni e della scienza. La fiducia è un riconoscimento dell’affidabilità dell’ ”altro” intrinseca all’interno degli ordinamenti giuridici, già dai tempi dei Romani. In quest’ottica sono certamente rappresentativi l’istituto della fiducia “cum amico” e quello della fiducia “cum creditore”. Volgendo l’attenzione sul primo istituto menzionato, si è dinanzi ad un trasferimento patrimoniale nei confronti di un terzo che, dopo aver ottenuto la proprietà “ex iure Quiritium”, si obbliga a ritrasferire la res al fiduciante. Questo istituto è la “cartina tornasole” dell’importanza che ha contraddistinto la fiducia nel mondo antico.
Il patto non detto ma implicito, nella tecnologia che governa i computer, i treni ad alta velocità, il volo degli aeroplani nelle sue fasi critiche, è imprescindibile per ciascuno di noi e ci consente di continuare a vivere secondo le necessità del nostro tempo.
A volte però succedono fatti tragici, si pensi alla caduta della funivia del Mottarone e al crollo del Ponte Morandi, dovuti – da quanto risulta allo stato degli atti – alla faciloneria di chi doveva controllare, presidiare, proteggere, decidere, agire.
Siamo in un momento patologico di una diffusa sfiducia nelle istituzioni, nella scienza.
Questo sentimento deve essere combattuto e vinto dalla consapevolezza che le istituzioni, nonostante qualche caduta e qualche inciampo (si pensi alla crisi della magistratura), ci sono e costituiscono il nostro baluardo e punto di riferimento.
Eventi tragici come la caduta della funivia del Mottarone o del ponte Morandi ancorché siano il segno di una sempre più frequente e generalizzata superficialità nel nostro paese, non devono infrangere la fiducia nelle istituzioni fondamentali della nostra Repubblica, cui al contrario dobbiamo rivolgerci per chiedere ed ottenere.
Dobbiamo tutti avere la convinzione che questi eventi, le anomalie che abbiamo visto nella gestione della cosa pubblica o nell’attività della Magistratura, sono tutti fatti patologici e che il funzionamento fisiologico è sano ed immune da storture che costituiscono – e devono costituire – fatti eccezionali.
Il nostro imperativo categorico è che mai avvenga che l’eccezione diventi la regola.
La fiducia va conquistata e meritata
La fiducia… la fiducia non è fede incondizionata.
Essa va conquistata e meritata, con duro lavoro, coerenza, fatica. È un sentimento talmente difficile da provare che per infonderla è necessario sradicare ritrosie, esperienze negative, delusioni costanti inflitte da coloro in cui riponevamo la nostra speranza.
La fiducia, inoltre, non è per sempre. Per quanto faticosamente conquistata, è connotata da una congenita precarietà che la rende incerta, instabile, fragile. La fiducia è proiettata sul futuro, ma, per raggiungerlo, deve attraversare il presente. Il che non è mai facile.
Per assurdo, tempo fa, ai tempi d’oro, le storture del sistema erano un’eccezione.
Ora forse stanno diventando la regola.
Ed è in questi momenti che dall’astratto bisogna tornare al concreto. Dagli ideali (troppo spesso ormai smarriti) bisogna tornare alla forza delle idee.
Solo con l’esempio costante, coraggioso, sincero, se necessario anticonformista, potranno “le Istituzioni” rappresentare quel punto di riferimento di cui abbiamo tutti bisogno.
È drammatico il punto di partenza… preoccupante la strada da fare… pressoché impossibile la risalita nel cuore delle persone…
Eppure siamo ancora qui, a guardarci intorno, per cercare l’uomo giusto al posto giusto, per sentirci rassicurati e “fiduciosi” che riceveremo l’esempio giusto, seguiremo la giusta guida, e con difficoltà e grandi sacrifici miglioreremo il mondo dei nostri figli.
Stiamo cercando l’eccezione, le persone eccezionali, quelle che ormai non ci aspettiamo più di incontrare…
E dobbiamo cercarle a tutti i livelli, partendo dall’alto per arrivare ad ogni settore della nostra vita.
Perché queste persone ci sono, e sono tante, e la loro eccezionalità può e deve diventare la regola.
Dott. Gustavo Cioppa
Magistrato, già Procuratore Capo della Repubblica di Pavia e Sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia
Fonte: http://www.ilticino.it/2021/06/01/leccezione-non-puo-essere-la-regola/