Usato come piazza di raccolta dell’«oro rosso» un ex deposito per la rottamazione delle auto, confiscato ma ancora operativo
Un’organizzazione dedita al riciclaggio del rame è stata smantellata in una complessa operazione condotta dal Comando provinciale della Forestale di Pavia, coordinato nelle indagini dal sostituto procuratore Paolo Mazza. Dieci gli ordini di custodia cautelare emessi, molti dei quali nei confronti di alcuni rom. Le accuse vanno dalla ricettazione al riciclaggio fino alla gestione illecita di rifiuti speciali e pericolosi. «“L’oro rosso” è sempre più facile preda di bande organizzate, spesso composte da stranieri – ha spiegato il procuratore di Pavia, Gustavo Adolfo Cioppa — I furti stanno creando sempre più disagi e danni economici alla comunità: con linee ferroviarie o elettriche interrotte creano ripercussioni economiche per migliaia di euro». Nell’operazione denominata «Waste Red and Gold» sono stati sequestrati anche quattro siti che servivano a ripulire la refurtiva e a reinserirla nel mercato della produzione di materiali con rame. La base operativa a Monticelli Pavese (Pavia), in un deposito di proprietà di Fabio Luca Loda, 47anni, la mente dell’organizzazione, secondo quanto appurato dagli investigatori attraverso intercettazioni, pedinamenti e filmati.
Le bande di rom operanti sul territorio facevano riferimento a loro responsabili che portavano il rame rubato al deposito della Loda Srl. Qui veniva trattato fisicamente e poi, attraverso due società di Pieve Emanuele, nell’hinterland milanese, la Somea e la Cosmital, pulito fiscalmente con un sistema di auto-fatturazioni e venduto ad aziende che lo utilizzavano per realizzare prodotti finali. Se ai rom inizialmente veniva pagato 1-2 euro al chilo, la vendita agli utilizzatori finali era a cifre superiori almeno cinque volte. Un business che aveva la sua base operativa in quello che a Monticelli Pavese era un sito di demolizione auto illegale, prima sequestrato e poi confiscato nel 2005, ma ancora operativo. Per questo, il sindaco del paese della Bassa Pavese, Enrico Berneri, e il comandante della polizia locale sono stati raggiunti da un avviso di garanzia per le presunte responsabilità legate proprio al mancato controllo dei beni confiscati.
Enrico Venni
21 ottobre 2014 | 13:24