Carlo Lissi, impiegato di trentuno anni, è crollato dopo un lungo interrogatorio. Le ultime parole della moglie, cercando di difendersi: «Perché mi fai questo?»
Ha sterminato la sua famiglia perché si era invaghito di un’altra donna. Ha confessato nella notte tra domenica e lunedì, Carlo Lissi, 31 anni, marito di Cristina Omes, 38, la donna trovata morta con i due figli (una bambina di 5 anni e mezzo e un maschio di 20 mesi) nella villa di famiglia a Motta Visconti (Milano). L’uomo si trova adesso in stato di fermo con l’accusa di triplice omicidio. «Voglio il massimo della pena» ha detto lo stesso Lissi, scoppiando in lacrime subito dopo aver confessato.
La confessione
A disporre il fermo sono stati i magistrati di Pavia, Gustavo Cioppa e Giovanni Benelli, dopo un lungo interrogatorio. Inizialmente Lissi aveva raccontato di avere trovato i cadaveri della moglie e dei figli rientrando in casa dopo la partita.
La moglie colpita alle spalle
Prima di uccidere la moglie, Lissi ha avuto con lei «un momento d’intimità sul divano», nel salotto adiacente all’ingresso, dove la coppia stava guardando insieme la televisione. Nel frattempo i figli dormivano, Giulia nella cameretta e Gabriele nel lettone matrimoniale. Una serata in apparenza normale, fino a quando il marito si è alzato in mutande, è andato in cucina e ha preso un coltello. Poi ha raggiunto la moglie, rivolta verso la tv, colpendola di spalle.
«Carlo Carlo perché mi fai questo?» sono state le ultime parole della donna, rivolte al marito-assassino, ha raccontato lo stesso Lissi. Cristina Omes ha anche cercato di reagire. E ha gridato «aiuto», ha testimoniato una vicina. Quindi Lissi l’ha colpita con un pugno, facendola finire a terra nell’androne dell’ingresso, e l’ha finita tagliandole la gola. Il corpo è rimasto lì per quattro ore, dissanguandosi.
Dopo aver accoltellato la moglie, Lissi è salito al piano di sopra, nella stanza della figlia Giulia: le ha stretto il collo con fermezza e l’ha colpita di netto alla gola, mentre la piccola dormiva. L’ultimo a morire è stato Gabriele, ucciso anche lui nel sonno. Intorno alle 11 di sabato sera, il triplice omicidio si era consumato. Lissi si è lavato, cambiato ed è andato a vedere la partita dell’Italia ai Mondiali al pub Zymè di Motta Visconti.
Le indagini
I carabinieri hanno cominciato a propendere per la pista familiare già nelle prime fasi dell’indagine. Il fatto stesso che nella strage non fosse stato risparmiato nemmeno il più piccolo dei due bambini, di appena 20 mesi, rendeva meno credibile la pista esterna, di una sanguinosa rapina, e il mancato ritrovamento dell’arma del delitto nelle immediate vicinanze dei cadaveri rendeva difficile lo scenario di un omicidio-suicidio.
Impiegato
Lissi è impiegato alla multinazionale Wolters Kluwer. «Abbiamo ricevuto tassative disposizioni di non dire nulla» ha detto l’impiegata al banco informazioni della società. «È ovvio che siamo rimasti tutti senza parole e sbalorditi» ha aggiunto un collega. La sede italiana della multinazionale olandese si trova nella periferia di Assago, in viale Milanofiori, tra centri direzionali, hotel e centri commerciali.
Redazione Milano Online
16 giugno 2014 | 07:13